01 Ott Competenze: tecnologie emergenti e nuove professionalità
La logistica sta attraversando una trasformazione strutturale profonda, guidata dall’adozione progressiva di tecnologie avanzate: dai sistemi gestionali tradizionali all’RFID, fino all’Intelligenza Artificiale. Questa evoluzione sta ridisegnando nel profondo il comparto logistico, modificando non solo i processi e i modelli organizzativi, ma anche il perimetro delle competenze e il valore della professionalità che spinge le aziende a ridefinire l’organizzazione del lavoro. Le professioni si trasformano, le competenze evolvono e nascono figure nuove necessarie per affrontare il cambiamento.
Automazione e trasformazione dei processi
Uno degli ambiti dove si riconosce l’impatto più profondo è quello della supply chain. Il primo fronte di cambiamento riguarda l’automazione dei magazzini, che negli ultimi cinque anni ha conosciuto una crescita esponenziale. Nel 2023 il 30% dei centri logistici europei aveva introdotto forme di automazione avanzata – robot mobili autonomi (AMR), sistemi di smistamento intelligenti e tecnologie di picking assistito – e la stima è che si raggiungerà il 50% entro il 2027.
Di conseguenza, il ruolo di magazzinieri e operatori sta cambiando in modo sostanziale. Non si tratta solo di una trasformazione delle mansioni, ma soprattutto di un’evoluzione di competenze: saper leggere una dashboard, collaborare con robot, interpretare gli alert dei sistemi automatizzati diventerà imprescindibile. Le attività manuali sono progressivamente delegate alle macchine, mentre agli operatori si richiedono competenze ibride, fatte di intuito operativo e familiarità con le interfacce digitali.
Non è solo il magazzino a cambiare, l’intera catena logistica viene oggi riorganizzata intorno alla capacità di prevedere, simulare e ottimizzare. In questo contesto l’Intelligenza Artificiale gioca un ruolo centrale, in particolare nella pianificazione predittiva. Le soluzioni di demand forecasting basate sull’AI permettono oggi di anticipare picchi di domanda con una precisione del 90%, migliorando l’allocazione delle scorte e riducendo gli sprechi.
L’introduzione di questi sistemi modifica radicalmente il lavoro dei Pianificatori e Responsabili della Logistica che devono essere in grado di interpretare modelli previsionali, gestire software complessi, analizzare output dinamici.
Anche i Manager di filiera beneficiano di questa rivoluzione: grazie all’accesso a grandi quantità di dati in tempo reale, possono prendere decisioni più rapide, correggere gli errori prima che si traducano in inefficienze e anticipare eventuali colli di bottiglia lungo il percorso operativo.
La logistica, quindi, evolve verso un modello data-driven, in cui le decisioni operative si fondano su analisi predittive e strumenti quantitativi.
Nuove figure professionali emergenti
Negli ultimi anni sono nate nuove figure professionali che erano estranee all’ecosistema logistico e che oggi diventano centrali.
Il Data Analyst della Supply Chain, per esempio, è ormai presente nelle aziende strutturate e nelle 3PL più innovative. Il suo compito è quello di raccogliere, pulire, aggregare e analizzare dati provenienti da magazzini, flotte, clienti e fornitori, trasformandoli in informazioni operative. Inoltre, identifica le inefficienze nei processi logistici e consiglia soluzioni per ottimizzarli, come il miglioramento dei percorsi, la riduzione dei costi o il miglioramento della gestione dell’inventario.
Un’altra figura emergente è quella dell’Esperto di Manutenzione Predittiva, che analizza dati provenienti da sensori e macchinari per prevedere guasti e ottimizzare gli interventi di manutenzione grazie a sensori IoT e algoritmi AI. In questo modo riduce i fermi macchina e si migliora l’efficienza operativa.
Si afferma anche il ruolo del Logistics Automation Engineer, un professionista che rappresenta un “ponte” tra operations e IT. Il suo compito è quello di progettare, implementare e gestire soluzioni automatizzate per magazzini (come AS/RS, robot, conveyor e sistemi di smistamento), collaborando con team interni e fornitori dalla fase di ideazione fino all’implementazione.
La formazione come necessità
Non si tratta soltanto dell’emergere di nuove professioni, ma dell’urgenza di sviluppare nuove competenze. In Italia, il disallineamento tra domanda e offerta di profili qualificati è un fenomeno strutturale, trasversale a tutti i settori. Nella logistica, il 68% delle aziende che investono in innovazione dichiara difficoltà nel reperire candidati con competenze digitali e analitiche adeguate.
In questo scenario, la formazione continua non è più un valore aggiunto, ma una necessità concreta. Le aziende che investiranno in piani strutturati di aggiornamento e upskilling e nella costruzione di team multidisciplinari saranno quelle meglio attrezzate per affrontare le sfide del futuro. Al contrario, chi introdurrà strumenti avanzati senza investire nel capitale umano, rischierà di trovarsi con tecnologie sottoutilizzate e personale impreparato. Serve quindi promuovere una cultura del dato, favorire l’apertura al cambiamento e la capacità di rimettere in discussione i processi consolidati.
L’evoluzione tecnologica nella logistica impone un ripensamento strutturale dei modelli organizzativi e delle competenze professionali. In tale contesto, l’allineamento tra innovazione tecnologica e formazione continua rappresenta un requisito essenziale per mantenere livelli elevati di efficienza, adattabilità e competitività lungo l’intera catena del valore.
Silvia Movio, Director di Hunters Group
Articolo pubblicato sul numero di Settembre 2025 de Il Giornale della Logistica
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Sorgente notizia: https://www.ilgiornaledellalogistica.it/ Vai al post originale